Era nell’aria da tempo, da troppo tempo. E’ una di quelle ricette che
quando le vedi vorresti farle subito ma che, inevitabilmente, si aggiungono
alla tua to do list, lunga più di un rotolo di carta igienica e si perdono. E’
capitato però, che dopo le feste mi sia venuta una voglia incontenibile di
cucinare, con particolare predilezione per i dolci lievitati, forse il
desiderio di “panettonificare” è stato soddisfatto solo a metà, lasciandomi
residui che mi hanno fatto propendere per il kranz di Ottolenghi, ricetta
contenuta nel bellissimo Jerusalem.
Il dolce lievitato è ashkenaita, tipico
della zona ovest di Gerusalemme dove, come racconta lo stesso Ottolenghi, si
possono vedere di venerdì lunghe file di persone in coda per comprare il krantz
o babka e le challot. Un dolce che dà soddisfazioni sia nella realizzazione che
nell’aspetto e soprattutto nel gusto. Perfetto per un thè, la colazione o per
la merenda dei piccoli. Si conserva per giorni mantenendo umidità e sapore. La
ricetta prevede due torte, se volete un consiglio, fatele entrambe, perché una
non basterà!
530 g di
farina (più per infarinare piano)
100 g
zucchero
2 cucchiai di
lievito secco
La buccia grattugiata
di un limone
3 uova grandi
(bio)
120 ml acqua
1/3 di cucchiaio
di sale
150 g di
burro, a temperatura ambiente, tagliato a cubetti (2 cm ca)
Olio di
girasole per ungere
Farcitura al
cioccolato
50 g zucchero
a velo
30 g cacao in
polvere di ottima qualità
130 g
cioccolato di ottima qualità
120 g di
burro sciolto
100 g noci
pecan
2 cucchiai di
zucchero
Sciroppo
260 g zucchero
160 ml acqua
Preparare
l’impasto: mettere nella ciotola della planetaria la farina, lo zucchero, il
lievito e la buccia grattugiata del limone. Utilizzare il gancio per mescolare
questi ingredienti (bassa velocità, per un minuto) poi aggiungere le uova e
l’acqua alla stessa velocità per qualche secondo poi aumentarla a media
velocità per 5 minuti. Aggiungere il sale e unire il burro poco per volta, continuando
ad impastare per 10 minuti a media velocità, fino a quando l’impasto diventa
liscio, elastico e lucido (fino a incordatura). Se l’impasto dovesse attaccarsi
ai bordi della ciotola, mettete un po’ di farina.
Mettere l’impasto
in una ciotola unta con olio di girasole coprendo con pellicola e porre in
frigo per mezza giornata, preferibilmente per una notte.
Ungere due
stampi da plumcake (25cmx10cm) con olio di girasole mettendo alla base un
foglio di carta forno.
Dividere
l’impasto in due e mettere tutto nel frigo.
Preparare la
farcia mescolando lo zucchero a velo con il cacao in polvere e unendoli al cioccolato
e burro sciolti insieme.
Prendere uno
dei due pezzi di impasto e stenderlo con il matterello a formare un rettangolo
di circa 38 cm x 28 cm, facendo in modo che il lato più lungo sia davanti a
voi.
A questo
punto versare metà della crema di cioccolato e stenderla con un coltello fino a
2 cm dal bordo, dopodiché distribuire metà delle le noci e lo zucchero.
Bagnare con
poca acqua i bordi poi, usando entrambe le mani avvolgere la pasta formando una
roulade sul lato più lungo.
Con un coltello
molto affilato eliminare le due estremità quindi tagliarlo in due nel senso
della lunghezza. Con il taglio verso l’alto (in modo che il cioccolato rimanga
in alto) formare una treccia e metterla nello stampo. Ripetere l’operazione con
l’altro pezzo di impasto.
Coprire con una
pellicola e fare lievitare per circa un’ora e mezza. Il dolce dovrà crescere
del 10-20% in più.
Accendere il
forno a 190°C. Infornare i dolci posizionandoli a metà altezza.
Cuocere per
circa 30 minuti o fino a quando inserendo uno stuzzicadenti non esca asciutto.
Mentre le
torte sono nel forno preparare lo sciroppo. Mescolare acqua e zucchero in un
pentolino e far cuocere a fuoco medio fino a quando lo sciroppo inizia a bollire
poi togliere dal fuoco e lasciar raffreddare.
Appena
sfornate le torte spennellare con lo sciroppo, mantenendole nel loro stampo.
È importante
utilizzare tutto lo sciroppo, facendolo assorbire poco per volta.
Far
intiepidire i dolci nello stampo poi toglierli e farli raffreddare
completamente su una gratella.
NOTE:
·
La
descrizione della ricetta è rigorosa e molto lunga ma in realtà la ricetta è
abbastanza semplice. Più complicato è leggersela tutta.
·
Fare 2 torte
sembra troppo, ma non è così, perché non sono torte enormi e finiscono presto,
in più hanno un lunga conservazione. Mantenute in un semplice porta torta sono
perfette anche dopo una settimana.
·
Dopo aver
formato il rotolo metterlo a riposare in frigorifero per almeno mezz’ora, sarà
più facile tagliarlo e fare la treccia.
·
La questione
più dibattuta è la quantità di zucchero dello sciroppo. 260g di zucchero sembrano
davvero troppi ma, c’è da dire anche che la farcia e l’impasto non sono così
dolci e il krantz si riequilibra proprio con lo sciroppo. Detto questo,
diminuire anche alla metà non stravolgerebbe il risultato.
·
Sono grata a
Ottolenghi per questa ricetta, perché se ci sono tante altre versioni in giro ma
questa è facile e molto buona.
GIUDIZIO:
PROMOSSA
Abbiamo fatto il pollo all'arak (che per noi si è tradotto in sambuca) e clementine di Ottolenghi lo scorso fine settimana, dopo averne letto e sentito parlare con grande entusiasmo. Non sto a dirti da quanto tempo è che è sulla "to do list", anni. Questo dolce lo assaporo ogni volta che sfoglio Jerusalem, cosa che capita spesso, leggo la ricetta, guardo le foto e cerco di immaginarmelo. Mi spaventa come tutti i lievitati, ma è nella "to di list" e dopo aver letto il tuo post lo farò salire di qualche gradino, non vorrei metterci anni prima di trovare il coraggio. A te è venuto benissimo.
RispondiEliminaMarta
Ciao Marta, ti consiglio di non fartelo sfuggire, primo perchè è più facile di quanto sembri poi perchè è davvero molto buono. Le noci pecan dentro ( droga per me) sono quel tocco di goduria che si unisce alla pasta morbida e al cioccolato fondente. Proprio da urlo. Anch'io ho aspettato troppo ma ora lo farò spesso come il pollo con l'arak.
EliminaPrendo nota del tuo consiglio di non dimezzare le dosi, :-) perché anche a me è venuta un'incredibile voglia di cucinare, specialmente i lievitati.
RispondiEliminaNon ho fatto il panettone quest'anno, evidentemente mi manca un lievitato dolce e questo sembra davvero perfetto.
Grazie Annarita!
Mapi non farlo, guarda al massimo fai come me e ne regali uno, per poi pentirti appena è finito il primo. Condivido con te la frenesia di questo inizio anno, non farei che cucinare, salvo poi lamentarmi perchè odio fare la spesa. Un bacione.
EliminaSpellacolo!
RispondiEliminaConosco il libro ma non lo ho.
Ispira... molto.. foto bellissima
Laura, Jerusalem è un libro che va oltre alle ricette, devi averlo e tenerlo in bella vista. E' bello solo da sfogliare poi ha ricette una più bella dell'altra. Grazie per essere passata.
EliminaCome mai che a tutte noi è venuta questa sindrome da nido? Anch’io che non impasto mai e dai lievitati mi tengo alla larga...questo è un dolce che mi sono proposta di fare ed è rimasto uno dei pochi del libro Jerusalem che non è entrato nella mia cucina. Mi devo sbrigare finché ancora duri l’inverno a Roma e si sa che passa in fretta 😊 spettacolare! Un abbraccio cara e spero a presto!
RispondiEliminaAnnarita, hai scatenato la voglia di Chocolate Krantz anche a me! Mi ricordo bene questa ricetta sul meraviglioso Jerusalem, perché compare anche nella mia to do list :)))
RispondiEliminaGrazie!